giovedì 20 settembre 2018

Il sonno: come insegnare al tuo bambino a dormire (in soli 7 giorni)

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Rompere le cattive abitudini del sonno di mia figlia, insegnandole come dormire, è stata una delle cose più importanti che abbia fatto per la sua salute, la mia e quella di tutta la famiglia.

Come insegnare al tuo bambino a dormire

Durante i primi giorni di vita con mia figlia in casa, mi sono concentrato solo su ciò che era meglio per lei, quindi le notti insonni mi sembravano un piccolo prezzo da pagare. Effettivamente, sarà capitato una o due volte di dover escogitare ogni metodo anti-colica per farla smettere di piangere. Tutto questo fino a circa la sesta settimana, cioè, quando si svegliava approssimativamente nel bel mezzo della notte. Al terzo mese, fingevo di dormire, sperando che mia moglie si alzasse per prima e preparasse il biberon. Poi ho capito che era importantissimo per tutti che facessi il mio dovere di padre. Devo confessarti che da allora non sono riuscito più a ricordare cosa si prova a non essere stanco.

Nella mia esperienza ho potuto sperimentare che, anche con un bambino piccolo, non è mai troppo presto per insegnare il sonno. Perché ad un certo punto o si cede al volere di queste piccole pesti, oppure ci si impone da buoni, pazienti e fermi educatori. Ripensando a quei giorni e riassumendo le esperienze, ti elenco un piano di sette giorni per raggiungere una buona notte di sonno per te e per il tuo bambino, con un minimo di pianto lungo la strada.

Giorno 1: Avvia una routine regolare

Se anche tuo figlio confonde la notte con il giorno, sonnecchiando per lunghi periodi nel pomeriggio e svegliandosi per giocare al momento di coricarsi, probabilmente hai bisogno, come ne ho avuto io, di rimettere le cose al loro posto. Parlando e confrontandomi con genitori più esperti di me, venni a conoscenza del fatto che i bambini, anche se piccolissimi, possono imparare la differenza tra la notte e il giorno fin dall'inizio. Però mi accorsi fin da subito che bisognava fare qualcosa perché questo accadesse.
avvia una routine regolare

Fortunatamente, i nonni che venivano a prendere mia figlia, lo facevano al mattino molto presto. Mia figlia entrava così nella routine di alzarsi sempre alla stessa ora, ogni giorno. Vedendo poi la luce del giorno, probabilmente capiva che era ora di alzarsi e che arrivavano i nonni. 
Di notte, iniziai alcuni rituali. Senza stendere un regolamento, iniziai a definire, insieme con mia moglie, una specifica routine per andare a dormire. Bagnetto, cambio pannolino, pigiama e culla per la notte con le luci spente. Infilata mia figlia nella culla, le cantavo una canzone, cosa che (dicono gli esperti) aiuta il sistema motorio e sensoriale del bambino a "rallentare". A mia figlia piace molto tenermi la mano o il dito, oppure farsi massaggiare sotto i piedi. Non sopporta assolutamente carezze sulle gambe o sulle braccia. Per tuo figlio lo scoprirai solo sperimentandolo.

Giorno 2: la pratica rende perfetti

il fono rumore biancoIl secondo giorno ho continuato a perfezionare la routine costante che avevo iniziato il giorno prima. La poppata notturna (che non era scomparsa di colpo) era diventata un buon momento per accentuare la differenza tra giorno e notte. Ho fatto in modo che il pasto notturno (che le davo io) fosse il più possibile rilassante, con le luci basse. Facevo tutto il possibile per evitare di stimolarla. Durante il giorno, invece, le poppate diventavano un momento di grande attività: solletico ai i piedi, canzoncine, sempre comunque senza infastidire il momento del pasto, ma facendo percepire la differenza.

Per perfezionare la routine ho provato anche i carillon o i rumori bianchi. Il primo funziona tutt'ora e, fortunatamente, è lo stesso che utilizzano al nido. Le app con i rumori bianchi diventavano motivo di disturbo perché voleva guardare il cellulare. 

Giorno 3: inizia il pianto

l'albero si addrizza da piccolo
Mi siedo al bordo del letto: stasera ho iniziato a mettere mia figlia nella culla mentre è ancora sveglia. Penso sia stata la cosa più importante; a volte si addormentava subito dopo la poppata serale: mi è capitato di svegliarla, sempre senza irritarla. Era necessario ed indispensabile che avesse ancora gli occhi aperti quando la mettevo nella culla. Inizialmente ne derivava un pianto fortissimo. Non so dirti se sia stato duro per lei, sicuramente è stato duro per noi sentirla piangere. Qui c'è lo spartiacque: mollare tutto prendendola in braccio, o tenere il punto (tipo metodo Estivill). Ho tenuto sempre a mente il risultato finale: dormire! Mi rassicurava di aver soddisfatto ogni sua esigenza in altri modi (poppata, bagnetto, rilassamento, ecc.), ma soprattutto la fiducia nel fatto detto popolare "l'albero si addrizza da piccolo": un bebè di pochi mesi conosce solo la routine che crei. 

A volte capitava che il pianto proseguisse ancora, dunque andavamo, io o mia moglie, periodicamente per controllarla e rassicurarla che eravamo lì – almeno ogni cinque minuti la prima notte. Le nostre visite erano però brevi: non accendevamo la luce, non la prendevamo in braccio, le davamo il ciuccio se lo aveva perso, non la guardavamo negli occhi.
pianto del bambino
Giorno 4: resisti

Alcune notti sembrano lunghissime. Se hai tenuto il punto fermo, aspettati un miglioramento stasera. Tuo figlio probabilmente ricorderà che il pianto di ieri non ha prodotto risultati. Noi abbiamo provato ad allungare il tempo di risposta ogni dieci minuti. Qualunque cosa accada, non arrenderti. Se sei incoerente, tuo figlio se ne accorgerà, imparerà a resistere e domani alzerà la posta, magari piangendo il doppio del tempo.

Giorno 5: controllo della situazione

sbirciare
Pensavamo che forse, stasera, fosse la nostra notte fortunata, ma nostra figlia ancora teneva il punto. Abbiamo quindi allungato il tempo di risposta a 15 minuti. Non vi dico la difficoltà nel resistere al suo pianto. Ogni volta che entravo nella stanza, mi accorgevo che non facevo altro che alimentare la reazione di mia figlia. Così ho deciso di starle alla larga. Certo, sbirciavo attraverso una fessura nella porta, in modo che lei non mi vedesse.

Occhio però al tipo di pianto. Se tutti i sistemi di rassicurazione non funzionano, probabilmente tuo figlio ha fame. Coccola il tuo bambino, dagli la poppata, ma non cantare per lui, tieni le luci spente anche durante gli eventuali cambi di pannolino e sistemalo nella culla non appena hai finito. 

Giorno 6: il bambino dorme

rilassati, ora il bebè dormeForse ce l'abbiamo fatta, ma è probabile che starai vagando per la casa lo stesso. Potresti trovarti ad alzarti per controllare tuo figlio. Rilassati! Vestilo con pigiami adatti alla stagione. Ora che hai fatto tanti progressi, non buttare via tutto. Lascia che tuo figlio stia tranquillo. Devi anche tu rilassarti in modo da poterti addormentare.

Giorno 7: anche tu dormi sonni tranquilli

Datti una grande pacca sulla spalla. Non solo hai riacquistato il sonno, ma hai dato al tuo bambino un regalo importante: le buone abitudini del sonno sono fondamentali quanto una buona igiene, per il benessere di un bambino. Naturalmente, ci saranno battute d'arresto, come un’otite, un nuovo fratello o una stanza d'albergo sconosciuta. Persino i bambini che dormono bene avranno problemi di tanto in tanto, ma ripiega su questo piano ogni volta che ne hai bisogno. Il tuo bambino risponderà con ancora meno difficoltà la seconda volta, perché conosce già le regole del gioco.

Ricorda bene una cosa, l'intesa con tua moglie non è importante: E' FONDAMENTALE!!! Una coppia che vive felice ed in armonia (qualche scazzo può esserci, ma sempre senza conseguenze o rancori) è una coppia che dona amore e tranquillità al proprio bebè.

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martedì 4 settembre 2018

Svezzamento: come dar da mangiare ad un bebè

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https://www.youtube.com/channel/UCtvJa2RWOIePzy9eKHRTILA

Hai trascorso con successo il periodo dell’allattamento: ti sei svegliato di notte, hai cronometrato ogni due ore, hai ascoltato tua moglie quando gli facevano male i capezzoli. Adesso, però, tuo figlio ha la necessità di mangiare qualcosa di diverso dal solo latte (in polvere o materno) ed il pediatra ha pronunciato la fatidica parola: svezzamento. Ora viene il bello, perché dovrai recarti in un supermercato e, mentre prima cercavi birra e patatine, adesso dovrai fare anche una capatina al reparto omogeneizzati. Ti dirò di più… sei solo all’inizio, perché tuo figlio non accetterà immediatamente il passaggio dal confortevole seno o biberon, per passare al cucchiaino.  Come puoi fare per far mangiare il tuo bebè? Niente di più semplice! Ti basta utilizzare alcuni piccoli stratagemmi. Alcuni funzionano di più, altri meno. Dipende da te e dal rapporto che hai con tuo figlio. Come dici? Non hai mai imboccato nessuno che non fosse il tuo cane quando gli davi le medicine? Sei a digiuno di puericultura e non sai come fare? Non preoccuparti, ci sono qui io ad aiutarti.
In questo breve, ma intenso video tutorial, infatti, ti illustrerò come dar da mangiare ad un bebè. Ti fornirò anche alcuni consigli per farlo mangiare in tutta sicurezza, senza che possa verificarsi qualche problema.
Non vedi l’ora di cominciare vero? Se le cose stanno in questo modo, siediti bello comodo e dedicami pochissimi minuti di tempo. Sono sicuro che riuscirai a far mangiare il tuo bebè in tutta comodità senza il benché minimo problema. 
Questa sera (mercoledì 24 ottobre 2018) alle 20.30 collegati sul canale You Tube e guarda il video. Intanto ti anticipo un brevissimo trailer. Buona visione e in bocca al lupo per tutto!

Lo svezzamento è un periodo pieno di insidie. Il bebè non mangia, rifiuta il cibo, si rigira dall'altra parte. Mentre le mamme si armano di buona pazienza, noi Neopadri dobbiamo trovare delle soluzioni alternative su come dar da mangiare ad un bebè. In questo video cerco di spiegarvene qualcuna. Spero vi possano essere utili.
Alcuni consigliano di sorridere e battere le mani per incoraggiare il tuo piccolo a mangiare. Puoi provare a solleticare le labbra del tuo bambino con il cucchiaio vuoto e vedere se ridacchia. E non dimenticare il classico cucchiaio "volante" con i rumori degli aerei!


lunedì 3 settembre 2018

Come richiedere il bonus bebè

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I tuoi amici non fanno altro che parlarti del Bonus Bebè e di come la loro vita sia cambiata da quando lo hanno iniziato a prendere. Vorresti tanto provarci anche tu, ma non sei molto avvezzo al mondo Inps e non sai nemmeno da dove iniziare. Beh, non vedo dove sia il problema: oggi sono qui proprio per darti una mano!
Con la guida di oggi, infatti, ti farò scoprire come richiedere il Bonus Bebè illustrandoti le procedure da seguire per ottenerlo, a chi è rivolto, i requisiti che si devono avere e come compilare la domanda. Ovviamente non aspettarti di diventare un “mago del welfare” dopo la lettura di questo tutorial, però posso garantirti che, una volta che avrai imparato, ti basterà soltanto un pizzico di pazienza poiché l’Inps non è proprio quel che si dice “un fulmine di guerra”.
Allora, sei pronto per iniziare? Sì? Benissimo! Mettiti bello comodo, prenditi tutto il tempo necessario per concentrarti sulla lettura dei prossimi paragrafi e, cosa ancora più importante, attua le “dritte” che ti darò. Sono sicuro che seguendo passo dopo passo i miei suggerimenti non avrai il benché minimo problema nel richiedere il Bonus Bebè. A me non resta altro da fare che augurarti buona lettura!

Il ciuccio giusto

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C'è chi lo chiama "succhietto"o "tettarella". A me piace chiamarlo "ciuccio": nome breve e d'impatto. Se lo cerchi, perché il tuo bebè sta urlando come una scimmia impazzita, hai poco tempo.

Vuoi mettere?

"Amore, dove hai messo la tettarella?"
"Amore, il ciucco?"

Se li pronunciate, noterete la differenza di tempo nel pronunciarle.

Comunque, non avevo mai avuto ben presente l'importanza del ciuccio, finché non mi sono imbattuto in un corso per neomamme e neopapà tenuto dalla MAM in occasione della fiera del bimbo che si tiene tutti gli anni a Roma

Il personale della MAM, oltre ad essere il più gentile e disponibile, è preparatissimo per quanto riguarda ogni problema che può insorgere con l'utilizzo di un ciuccio sbagliato

Sbagliato in che senso?

Il ciuccio può essere sbagliato per età, per il peso stesso, per la forma. Tutte cose che non sapevo. Da profano, pensavo che qualsiasi tipo di ciuccio andasse bene, al massimo che si dovesse adattare alla grandezza della bocca. Ma al peso del ciuccio non ci avevo mai pensato! Per esempio, i ciucci che hanno il pendaglio davanti "pesano" di più di quelli che non ce l'hanno, andando quindi a premere sul palato del bebè

I primi mesi sono fondamentali

Far crescere bene i nostri figli è importante non solo per la loro salute, ma anche per le nostre tasche. Una crescita sbagliata del cavo orale o della dentizione stessa, porta a problemi non solo odontotecnici, ma anche di schiena, ginocchia, udito e tutto ciò che concorre all'equilibrio fisico del bambino. 

Quando alla MAM mi hanno spiegato queste cose, mi sono detto: "Ammazza, nessuno mi aveva mai spiegato queste cose. Cose importanti e da sapere". Per questo preferisco la MAM ad altri prodotti. 

I commenti salienti delle altre mamme

Parlando qua e là ho scoperto commenti più disparati:

"Questa era l'unica marca di ciucci che mio figlio avrebbe preso e li raccomando decisamente alle mamme ogni volta che chiedono che cosa preferiamo!"

"Mi piace il fatto che abbiano un design carinissimo ed il ciuccio fosforescente è fantastico per trovarlo facilmente nella culla durante la notte

"Questi sono gli unici ciucci che mio figlio prenderebbe, abbiamo provato molti altri, ma questi sono quelli che gli piacevano." 

Il ciuccio fosforescente, effettivamente, è una gran figata!!! Di notte, al buio, con gli occhi socchiusi, trovarlo è un gioco da ragazzi. Lo rimettete in bocca al vostro bebè e vi girate dall'altra parte.

Personalmente con la MAM mi sto trovando benissimo. Nessuno mi aveva mai spiegato l'importanza di un ciuccio corretto. MAM lo ha fatto.

Ci sono poi le tettarelle per i biberon e mia figlia ADORA letteralmente quella della MAM. Avent o Chicco non ne vuole sentir parlare. Poi le situazioni cambiano da bambino a bambino, ma mi fido molto di più di chi mi preferisce perdere più tempo a spiegarmi le cose e la loro importanza.